lunedì 21 maggio 2012

Finale Coppa Italia...a Barcellona


È arrivato il primo trofeo dell'era De Laurentiis. Nel 2004 il Napoli era in serie C, una società che non esisteva e una città depressa che si vergognava di se stessa. Oggi nel 2012 entrambe tornano a risplendere e a vincere. Ed è la vittoria più bella, quella contro i rivali storici della Juventus vincitrice del titolo nazionale e unica squadra imbattuta nella stagione. Il Napoli arriva all'appuntamento travolto dalle polemiche sul futuro di Lavezzi che con molta probabilità lascerà la squadra dopo la finale. Ma l'ambiente è carico. Tutti aspettavamo questa partita da anni. L'ultima finale di Coppa Italia la giocammo a Vicenza con Montefusco in panchina e perdemmo. L'ultimo trofeo vinto invece risale al 1991 e si tratta della Supercoppa italiana giocata al San Paolo proprio contro la Juventus. Finì 5 a 1. Altri tempi c'era ancora D10S e il Napoli era la squadra favorita.
La finale la seguo e la vivo a Barcellona, lì dove è nato il progetto Mondo Azzurro lo scorso agosto prima della partita Barcellona Napoli. Insieme a Matteo e Diego abbiamo pensato a un bar abbastanza grande e comodo da accoglierci in tanti e soprattutto che mandasse in onda la finale dato che la Rai oscura le partite all'estero. La scelta è caduta sullo Sport Bar un pub che si trova sulle Ramblas vicino a Canaletas, la fontana cittadina punto di ritrovo dei tifosi del Barcellona per festeggiare le vittorie della squadra blaugrana. E poi è un bar che porta fortuna qui abbiamo visto la partita contro lo Steaua di due anni fa e la sfida di coppa contro l'Inter.
Arrivo alle 19.30 e non c'è ancora nessuno. Prendo posto e nell'attesa ordino una birra. Ci sono due turisti inglesi che mi chiedono che partita è in programma. Gli rispondo che è prevista la finale Napoli Juventus. Uno di loro mi dice, con un forte accento inglese, - forza Napoli, cheers! -.
La prima ad arrivare è Daniela, ed è lì un po' per caso perchè aveva appuntamento con altri amici in una pizzeria napoletana non tanto lontana dallo Sport Bar, ma troppo piccola per le numerose persone interessate a vedere la partita. Mentre chiacchieriamo la sala, con un grande mega schermo e altri 5 televisori collegati sulla partita, si riempie. Arrivano tutti gli amici incontrati quest'anno durante le partite. Matteo e Valentina, Emanuele, Sergio, Massimo, Emanuele, Franco, Antonello, Maurizio, Ivano e Diego ancora alla ricerca di un bar dopo aver dovuto lasciare il Blau. Alla fine conto circa una cinquantina di tifosi del Napoli e qualche juventino che cerca di mimetizzarsi. Partono i primi cori a sostegno della squadra e ovviamente non può mancare il "chi non salta è juventino". Tutta la sala rimbomba. C'è un clima di attesa e di tensione, ma anche di gioia e di sensazioni positive. Matteo ripropone il rito scaramantico fatto prima della gara di andata contro il Chelsea vinta per 3 a 1. Dallo zaino prende una coperta e la apre. Al suo interno ci sono due corni portafortuna. Li bacia e richiude in fretta la coperta. Siamo pronti per il calcio di inizio.
Il Napoli parte fortissimo ed è subito Zuniga ad avere una clamorosa occasione che purtroppo sciupa. Ma l'azione ci da coraggio e continuiamo tutti a cantare e a incitare il Napoli come se stessimo anche noi sugli spalti dell'Olimpico insieme alle migliaia di tifosi napoletani giunti fino a Roma da ogni parte di Italia e del mondo. Il primo tempo si conclude sul risultato di 0 a 0. È una gara combattuta e difficile, ma ce la possiamo fare.
Nel secondo tempo non c'è storia. Il Napoli continua ad attaccare e a dominare in mezzo al campo e finalmente passa in vantaggio. Lavezzi si procura un rigore atterrato in area di rigore da Storari. Sul dischetto si presenta Cavani. Matteo, intanto, prende la coperta e tocca i corni insieme a Diego e Ivano. Il Matador prende la rincorsa e mette in rete! Nel bar esplode la gioia, la tensione e la rabbia di questi ultimi mesi (nella foto di Matteo Manfredi). Parte nuovamente il coro contro la Juventus: chi non salta è juventino! Nessuno ha dimenticato gli insulti razzisti, le violenze e "o surdato nnammurato cantato a Torino dopo la partita di campionato dai tifosi juventini. Diego ha portato anche dei piccoli petardi di quelli che si usano spesso a Barcellona e, soprattutto, a Valencia durante le feste popolari e sportive.
Sappiamo che possiamo farcela. La Juventus prova a riequilibrare la partita, ma un grande De Sanctis salva in un paio di occasioni il risultato. Per la Juve entra anche Quagliarella e tutto il bar lo sommerge di fischi. La partita si avvia verso la conclusione e viene sostituito Lavezzi. Il Pocho sul campo viene abbracciato da tutti i compagni e parte il coro "olè, olè, olè, olè Pocho, Pocho". Anche se un po' ci sentiamo traditi non possiamo che ringraziare il giocatore argentino per gli anni passati con la maglia azzurra. Entra Pandev, un altro grandissimo giocatore forse anche lui all'ultima partita con il Napoli. Gli azzurri raddoppiano. È Hamsik a metterla dentro dopo una grande azione di contropiede. Lo Sport Bar è una bolgia, cori, balli, botti...innamorato di te e mai ti lascerò, alè, alè aooo...tutta la sala canta. Quagliarella trova anche il tempo di farsi espellere e giù fischi all'ex giocatore del Napoli. La partita finisce! E ora si che possiamo cantare il nostro inno che hanno cercato di scipparci. Tutto l'Olimpico lo canta con orgoglio e anche noi. Oje vita, oje vita mia! C'è la premiazione. Sfilano i giocatori del Napoli e per ultimo il capitano, Paolo Cannavaro, dopo Juliano nel '76 un altro napoletano ad alzare un trofeo con la squadra della propria città. Campioni! La coppa è nostra!
Ci riversiamo per strada sulla Rambla a cantare e ci dirigiamo verso la pizzeria dove ci sono altri tifosi napoletani. - È il primo trofeo che vivo - commenta Maurizio -. - Ero troppo piccolo e non ricordo niente di quei tempi -. Interviene Antonello - e ora tutti a Pechino, a Beijing! -. Sono tutti contenti e senza voce. Matteo mentre cammina sulla Rambla dichiara - voglio dedicare questa vittoria a tutta la gente del sud che si vende alla Juventus che vuole sentirsi migliore semplicemente tifando per una squadra del nord. Ma lo capite che il nord è un'idea? Dovete tenere alla vostra terra. Siamo napoletani, siamo del sud. Siamo contenti di avere vinto e siamo orgogliosi della nostra squadra. Non ci "mettiamo vergogna" di parlare con l'accento napoletano, non ci vergognamo a indossare i colori azzurri perchè sono la nostra squadra, sono la nostra città. Forza Napoli. Sempre!
Mondo Azzurro termina qui con il primo trofeo dopo tanti anni, ma la storia continua...a Pechino!

lunedì 14 maggio 2012


L'ultima giornata di campionato vede il Napoli impegnato in casa contro l'ostico Siena già incontrato tre volte durante la stagione tra Coppa Italia e campionato. La chiusura del campionato di Mondo Azzurro finisce dove era iniziata a settembre, a Parigi insieme al Napoli Club Paris San Gennar. L'appuntamento è come sempre al Bambolina Caffè, il bar gestito dal torinista Andrea che ormai è diventato anche un pò napoletano. Arrivo con un pò di anticipo per prendere posto e fuori al Bambolina incontro Sabatino, uno dei fondatori del club, insieme a Flavio, Luigi e altri iscritti. Ovviamente la prima domanda che faccio è come sia andata, secondo la loro opinione, la stagione del Napoli. Sabatino è contento e afferma che è stata positiva, 4 o 5 posto in campionato, ottavi di Champions, finale di Coppa Italia insomma non ci si può lamentare. Anche Flavio pensa che sia stata un campionato positivo anche se una nota stonata c'è stata. Secondo lui la dirigenza, e nello specifico il direttore sportivo Bigon, avrebbero potuto fare molto di più in campagna acquisti. Non si riferisce ai soldi spesi, ma piuttosto ai giocatori acquistati che non si sono dimostrati all'altezza della situazione costringendo Mazzarri a spremere i titolari. Conclude il discorso affermando che la stagione è stata positiva e si chiude così come iniziata: col sorriso. C'è anche Donatella, altra fondatrice del club. Ci crede, nella vittoria e nella possibile qualificazione in Champions. Anche Luigi è ottimista, ma spera che il Catania ci faccia un bel regalo! È la speranza di tutti.
Entro nel Bambolina e Luca, il terzo fondatore del Paris San Gennar, è all'entrata controllando la lista delle prenotazioni. Ormai il bar è diventato punto di incontro dei napoletani residenti a Parigi e anche dei turisti che non vogliono perdersi la partita della loro squadra del cuore. Proprio in quel momento arrivano due famiglie di turisti con i bambini. Luca avvisa che c'è solo posto in piedi e un paio di sedie per i bambini. Le famiglie decidono di rimanere, è troppo forte il richiamo del Napoli!
Arriva anche Angelo con il quale non ci vedevamo dalla trasferta di Champions a Londra. Chiedo anche a lui un bilancio della stagione. Mi risponde - dipende dalla "ciorta" di questa sera, e comunque è stato un campionato positivo anche se con alti e bassi. È da considerare di messa a punto per l'anno prossimo - afferma.
La partita sta per cominciare e Luca grida con il suo vocione imitando i capi ultrà della curva - forza ragazzi, tutti a cantare, questo bar non è un pic-nic, forza!!!! Cominciano i primi cori e Donatella fa apparire magicamente un corno portafortuna che tutti toccano. E sembra davvero portare bene perchè dopo pochi minuti dall'inizio il Napoli passa in vantaggio con Dossena, forse una delle più grandi delusioni della seconda parte del campionato. La partita sembra in discesa e l'attenzione è tutta sulle partite di Catania e Roma. Ma inaspettatamente il Siena, dell'allenatore napoletano Sannino, pareggia grazie a un errore di De Sanctis. Dopo pochi minuti arriva la notizia del vantaggio dell'Udinese a Catania. È ancora il napoletano Di Natale a portare avanti i friulani e a punire indirettamente la squadra della sua città. Al Bambolina il clima si fa pesante. Luca non si ferma un attimo e canta con maggior vigore e tutti lo seguono. Sembra devvero di stare in curva. È uno spettacolo. Chi non lo conosce, come i turisti presenti, lo guardano tra lo stupito e l'ammirato. Dopo pochi minuti il Napoli passa in vantaggio. È ancora Dossena incredibilmente a metterla dentro regalandosi una bella doppietta in quella che potrebbe essere l'ultima sua apparizione al San Paolo. Così come potrebbe essere l'ultima partita di Lavezzi che viene fischiato a ogni tocco di palla. Alla fine del primo tempo le inquadrature sono tutte per la fidanzata del Pocho che abbandona la tribuna tra i fischi del pubblico.
Tra il primo e il secondo tempo non si fa altro che parlare della situazione di Lavezzi. Molti dicono che se vuole andare via che vada. Altri sono dispiaciuti e non capiscono i modi. Ma nessuno accetta i fischi soprattutto perchè domenica prossima ci sarà la partita più importante della stagione, quella che può valere un trofeo dopo molti anni, la finale di coppa contro l'odiata Juventus. Rientriamo per il secondo tempo e il Napoli sembra soffrire. Un grande De Sanctis salva il risultato in più di un'occasione. Ma ormai nessuno crede più alla Champions soprattutto dopo il pareggio e il gol della vittoria da parte della Lazio. La partita finisce con Lavezzi fischiatissimo. Non passa un minuto dal triplice fischio che Luca fa partire l'ennesimo coro: chi non salta è juventino! Mi dice che è una partita quella di domenica importantissima, possiamo finalmente vincere qualcosa e proprio per questo non capisce i fischi a Lavezzi. Con una finale alle porte perchè fischiare un giocatore che ancora indossa la maglia? A Luca non interessa che Lavezzi rimanga, è normale se ha voglia di cambiare squadra e guadagnare di più. L'hanno fatto anche Zidane e Kakà ricorda. Perchè non dovrebbe farlo anche Lavezzi? L'importante è che la società trovi un sostituto adeguato e che rinforzi la squadra. Solo così si può crescere. Ciò che importa è solo il Napoli e così si va contro la squadra. Come si fa a dargli torto?
Il campionato 2011/2012 termina qui. La stagione ancora no e può darci ancora un'enorme soddisfazione: quella di vincere dopo tanti anni un trofeo. A 25 anni dalla vittoria del primo scudetto. La storia continua...